Provare tristezza durante la pandemia è del tutto naturale.
Ci sentiamo tutti tristi a volte. La tristezza è un’emozione normale, che accompagna quasi sempre la perdita. Quando salutiamo una persona cara, di solito ci sentiamo tristi. La tristezza è ancora più profonda se una relazione stretta è finita o se una persona cara è morta.
La pandemia da Covid-19 ha portato molte perdite: molti di noi hanno perso gli affetti più cari, molti stanno lottando per la propria salute, in tanti hanno perso il lavoro e sono in serie difficoltà economiche. Tutti abbiamo visto stravolte le nostre abitudini. Coloro che stanno perdendo i propri cari in questo momento, non hanno nemmeno la possibilità di dare loro l’ultimo saluto secondo il rituale cristiano dei funerali, in cui ci si riunisce come comunità per sostenersi nel dolore.
Oltre a queste tragiche perdite ci sono anche altre mancanze, che pure incidono sul nostro benessere emotivo. Lascio la parola a una mia paziente.
Mi manca la primavera, che è la mia stagione preferita. Il vento sulla pelle, senza bisogno della sciarpa. Mi manca salire sui treni. Il profumo salato del mare. Mi manca andare a mangiare un gelato, un cono alla nocciola e pistacchio.
E mi mancano i fiori, dottoressa, mi mancano i tulipani, che andavo a comprare dal fioraio vicino a casa.
Ci sono mancanze di cui la gente non parla facilmente per timore del giudizio. Eppure Goleman ci insegna che la tristezza si prova tanto per un lutto quanto per una speranza frustrata. E l’espressione della tristezza è la stessa: disagio, senso di sconfitta o perdita, malinconia. Talvolta la tristezza si associa anche a delusione, a un sentimento di impotenza, a scoraggiamento.
A cosa serve la tristezza.
La tristezza si associa a un calo delle energie fisiche, tanto che spesso le persone confondono tristezza e stanchezza: dicono di essere stanche, quando invece sono tristi. Anche il modo di dire “sono talmente stanco che vorrei morire” (anziché dormire) testimonia questa confusione diffusa tra i due stati mentali.
“Può darsi che un tempo questa caduta di energia servisse a tenere i primi esseri umani vicini ai loro rifugi – e quindi al sicuro – quando erano tristi e perciò più vulnerabili” (Goleman).
L’utilità della tristezza (e della stanchezza che si porta dietro) è di darci il tempo di pensare a quello che abbiamo perso, di elaborare il lutto per le nostre perdite, di riflettere sulle conseguenze di queste mancanze nella nostra vita, e di prepararci, quando sarà tornata l’energia, a un nuovo inizio.
Accogliere la tristezza di questo periodo, senza negarla, ci permetterà di uscire rinnovati dalla pandemia.
Modi sani di vivere la tristezza.
La tristezza ci aiuta anche ad apprezzare la felicità. Quando il nostro umore passa dalla tristezza alla felicità, il contrasto tra i due stati mentali ha la capacità di aumentare la sensazione di gioia e di benessere.
Ecco alcune strategie per vivere una normale tristezza in modo sano e permettere a questa emozione di arricchire la tua vita:
Quando la tristezza si trasforma in depressione.
Sentirsi tristi per una perdita è normale e utile. La depressione vera e propria non lo è. Essa si caratterizza per alcuni sintomi specifici, tra cui per esempio sentimenti di vuoto e di inutilità, sensi di colpa, odio verso se stessi, angoscia e disperazione, difficoltà cognitive e di concentrazione.
Se senti di non riuscire ad arginare la tua tristezza e i pensieri tristi diventano ogni giorno più persistenti, non aspettare che sia troppo tardi, chiedi un consulto e verifica la tua capacità di gestire le emozioni disturbanti. Puoi richiedere un primo appuntamento compilando l’apposito form e sarai ricontattato per stabilire le modalità più consone per incontrarsi e parlarne.
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