Cosa cerchiamo in una relazione sentimentale.
La maggior parte delle persone desidera una relazione sentimentale stabile e duratura, nella quale trovare soddisfazione ai propri bisogni di sicurezza e condivisione. È una necessità fondamentale dell’essere umano, che ha radici nell’evoluzionismo e nella sopravvivenza della specie, che viene garantita maggiormente dalla presenza di relazioni prossime e durature.
“La scienza ha confermato il valore dell’interdipendenza. Ricerche in campo medico hanno dimostrato che quando un paziente può contare su un legame con altre persone e non è solo, è possibile un più veloce e migliore recupero da vari tipi di malattie, tra cui infarto, ictus e cancro.
Studi psicologici hanno evidenziato come le persone che possono contare su una relazione fissa tendano a vivere più a lungo, siano più felici e abbiano maggiore successo di chi, invece, vive da solo.”
(Dieci principi per una terapia di coppia efficace, Gottman&Gottman, 2017)
Il desiderio di avere una relazione sentimentale è tanto forte da spingere le persone a cercare occasioni di incontro con possibili partner. Un tempo, questi luoghi di incontro erano fisici, per esempio le piazze, oppure rituali, come le feste di paese. Oggi la società è cambiata: alle piazze fisiche si sono sostituite le piazze virtuali, si pensi per esempio a tutti quei siti di incontro online, che mettono in contatto persone a volte anche molto distanti e rendono possibili incontri, che diversamente non si sarebbero mai potuti verificare.
L’importanza della manutenzione.
Assodato che il bisogno di relazione è comune, resta la questione spinosa di come far funzionare bene una relazione sentimentale e farla perdurare nel tempo.
Molti terapisti di coppia dicono che bisogna prendersi cura della propria relazione sentimentale proprio come si fa con la propria automobile, prestando attenzione alle spie, che segnalano la presenza di un problema, cercando di capire di quale problematica si tratti, riflettendo sulle possibili strategie di intervento.
L’idea è di intervenire precocemente, per evitare di rimanere a piedi da un giorno all’altro, magari sotto la pioggia mentre si è in ritardo a un importante appuntamento di lavoro.
Bisogna poi capire se la spia sta indicando un problema al sistema, su cui si può intervenire direttamente oppure se è necessario rivolgersi a un esperto. Così vale per le auto. Così vale per le relazioni sentimentali.
Spesso i problemi di coppia si risolvono in modo naturale attraverso le attenzioni reciproche, il dialogo e l’impegno.
Quando la manutenzione di base non è sufficiente, diventa necessario l’intervento del terapeuta di coppia.
Bisogna fare attenzione però a non attendere troppo, perché poi può diventare difficile ricostruirsi in modo nuovo e ritrovare la sintonia perduta. Tornando alla metafora dell’automobile, le spie non vanno lasciate accese!
E l’intervento deve essere funzionale e tempestivo.
Ma come funziona nello specifico una terapia di coppia? Ecco tutto quello che c’è da sapere.
Dal punto di vista terapeutico, avere in seduta un singolo individuo è già un lavoro impegnativo, ma averne due è ancora più complesso.
Le insidie per il terapeuta sono molte.
La prima riguarda il tentativo, spesso attuato dalle coppie, di triangolare la figura dell’esperto per portarlo dalla propria parte, come a voler ricevere conferma della bontà del proprio operato e dell’errore dell’altro.
In realtà, per poter superare le conflittualità, che stanno danneggiando la relazione, il primo passo è proprio quello di superare il concetto di giusto e sbagliato, per aprirsi alla possibilità di conoscere e capire fino in fondo il punto di vista dell’altro.
Se ognuno resta focalizzato solo sul suo punto di vista e sulla propria esperienza soggettiva interna, la relazione non va da nessuna parte e il conflitto è destinato a perdurare.
Attenzione al singolo.
Ogni relazione è fatta da persone differenti e tutte necessitano di eguale ascolto e attenzione, se si vuole creare un clima di armonia e fiducia.
Proprio per questa ragione, affinché una terapia di coppia risulti efficace, è fondamentale dare ai partner la possibilità di essere accolti e ascoltati non solo nella seduta di coppia, ma anche attraverso uno o più colloqui individuali.
Il colloquio individuale è altresì utile, a fini terapeutici, per comprendere il mondo interno di ogni partner.
Questo mondo interno è composto di diversi elementi.
Un’attenzione speciale va riservata alla raccolta della storia familiare, ovvero delle primissime relazioni familiari di ciascun membro della coppia, perché queste plasmano il modo di stare al mondo e di relazionarsi con altri significativi nella vita adulta.
Il modo in cui si è cresciuti, l’ambiente familiare che ha caratterizzato i primi anni di vita, il modo in cui si relazionavano gli adulti di riferimento, sono tutti elementi che spesso giocano un ruolo nei conflitti attuali della coppia.
Allo stesso modo, bisogna porre attenzione alle precedenti relazioni sentimentali di ciascun membro, al modo in cui sono nate, si sono mantenute e si sono chiuse passate storie romantiche, ma anche agli aspetti di sessualità che hanno caratterizzato rapporti antecedenti.
Al termine dei colloqui individuali viene fatta una restituzione alla coppia, in cui si mettono in luce gli aspetti di maggior fragilità osservati al suo interno, ma anche gli elementi motivazionali, che nonostante le difficoltà ancora tengono unita quella specifica coppia.
Si discute quindi la proposta di intervento del terapeuta, per direzionare il trattamento.
L’intervento sulla coppia va ad agire sui singoli partner e sul loro modo di stare in relazione all’interno della coppia.
Quali sono le problematiche più diffuse?
A volte ci sono carenze di tipo comunicativo, che vanno portate all’attenzione e sulle quali bisogna trovare il modo di agire; per poter far funzionare una relazione, il primo passo è la profonda conoscenza reciproca. Spesso si litiga perché semplicemente si sta parlando due lingue differenti e non si capisce quello che l’altro sta comunicando.
La conoscenza profonda di un’altra persona può aumentare il senso di affettuosità e ammirazione: conoscendo il mondo interno dell’altro si comprendono con maggiore facilità le motivazioni alla base del suo agire e si evita di attribuire in maniera sistematica ogni comportamento o atteggiamento dell’altro a se stessi, a una propria carenza o a un proprio errore. Questo tema ritorna con grande frequenza nelle sedute di coppia.
Il dialogo e la conoscenza del partner hanno l’altro indubbio vantaggio di avvicinare, anziché allontanare, creano un contatto, connessione e armonia.
A volte ci sono problematiche collegate alle aspettative di ruolo (cosa deve fare il maschio, come deve comportarsi la femmina) oppure agli stereotipi sessuali diffusi (cosa si deve fare o non fare nella sessualità, per esempio). Alcune persone non riescono ad accettare le preferenze sessuali del proprio partner e innescano, talvolta poco consapevoli, dei meccanismi valutativi, che fanno sentire l’altro giudicato e lo portano a ritirarsi.
L’accettazione del partner e delle sue differenze individuali è un prerequisito fondamentale alla buona riuscita di coppia, ma non è sempre così scontata. Il giudizio ha radici profonde nel singolo e nella sua storia di crescita, pertanto viene agito in modo più o meno costante, e per nulla consapevole; infatti, spesso la persona non si rende conto delle ricadute che suoi atteggiamenti possono avere sulla vita di relazione.
All’interno di questo ultimo tema, ovvero quello del giudizio, si possono collocare poi tutti quei disagi connessi alla mancanza di fiducia. Sentirsi giudicati dal proprio partner, anche se in maniera sottile, mina la fiducia in se stessi e l’apertura verso l’altro. Alcune ricerche hanno mostrato addirittura un abbassamento delle difese immunitarie, che causa un aumento delle malattie infettive contratte dal partner disprezzato (sempre Gottman&Gottman).
Criticità dell’intervento sulla coppia.
Il lavoro con le coppie è molto affascinante dal punto di vista clinico, perché estremamente complesso nelle sue dinamiche e nelle sue multiformi sfaccettature. Richiede impegno e formazione costante da parte del clinico. Richiede pazienza e delicatezza come qualsiasi altro trattamento, anche quello individuale o con particolari categorie di pazienti, come i minori, ma allo stesso tempo obbliga il terapeuta a uno sforzo in più.
Nel trattamento individuale, chi lo ha provato, sa bene come funziona, il terapeuta e il paziente entrano in profonda sintonia e alleanza. Il paziente si sente accolto e appoggiato dal suo terapeuta, cerca in lui riparo emotivo quando le cose della vita si fanno più dure.
Nel trattamento di coppia, questa alleanza deve districarsi tra due individualità ben distinte e spesso in condizioni di dichiarata ostilità. La fatica richiesta è molta. E proprio per questo la terapia di coppia non è appannaggio di qualsiasi psicologo o psicoterapeuta, ma solo dello specialista che si sia debitamente formato e che mantenga elevati standard di aggiornamento sull’argomento.
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